A volte i bambini picchiano la mamma, lanciano oggetti, mordono, tirano calci, urlano, sono aggressivi a scuola verso compagni, insegnanti, verso le cose…
Prima di capire COSA fare, è fondamentale capire PERCHÈ i bambini arrivano a essere aggressivi a casa, a scuola o con gli amichetti.
Ci sono molti motivi che sviluppano tensione, rabbia e aggressività e forse molti di questi non te li aspetti nemmeno.
Capita che ci siano genitori che mi dicono:
“io sono dolcissimo con mio figlio, non faccio nulla di estremo, cerco di prenderlo per le buone.
In casa nessuno picchia, nessuno alza le mani, eppure lui…”
Spesso i bambini quando sono molto piccoli e cominciano a picchiare, a tirar calci o a innervosirsi hanno l’esempio di adulti di riferimento che, senza rendersene conto, alzano la voce, spaventano:
“Basta! Ti ho detto smettila. No eh! Dammi sta roba. Basta adesso!”
“No fermo! Smettila!”
Oppure sbattono le porte quando sono arrabbiati, strattonano le cose, sbattono le ante degli armadietti, ecc.
Risposte di questo tipo, banali e comuni, bastano per generare nel bambino tensioni e paure che necessariamente ha bisogno di scaricare all’esterno.
Soprattutto nella prima infanzia quando i bambini non hanno ancora dimestichezza con le proprie emozioni e con la capacità di verbalizzarle o farsi aiutare da un adulto a gestirle.
Possono esprimersi solo con quello che conoscono, il pianto e il corpo.
Nel momento di gioia, tranquillità e serenità abbracciano, sorridono, ballano, ma quando il corpo è carico di tensione allora picchiano, urlano e tirano calci.
Bambini che rompono tutto, graffiano, picchiano i genitori: ecco 5 motivi che scatenano l’aggressività
1. Si arrabbia perché non sa ancora esprimere il suo problema
La tensione si accumula anche quando i genitori non se ne rendono conto.
A volte i bambini semplicemente sono contrariati, si irritano per un atteggiamento di qualche altro bambino, magari gli viene sottratto un gioco che stanno usando o non vogliono giocare con un amichetto insistente… magari sono stati presi in giro o papà e mamma non l’hanno capito, insistono perché non faccia qualcosa che lo incuriosisce molto…
Il bambino si irrita, è piccolo, non sa ancora esprimere il suo problema a parole, la sua difficoltà e chiedere aiuto, lo fa col corpo, lo fa con quella che noi chiamiamo “aggressività”.
2. I bambini diventano aggressivi per la tensione che accumulano
Un altro motivo è l’accumulo di tensione “specchio”.
Anche se sembra un concetto marziano, davvero i bambini assorbono dall’ambiente circostante.
Se mamma e papà sono in tensione, sono stressati, si lamentano, se si trattengono ma sbatterebbero volentieri tutto se solo potessero…
Se cercano di essere una maschera di porcellana bella sorridente, ma dentro bollono, sono una pentola a pressione che sta per scoppiare, il bambino lo sente e assorbe questa tensione che necessariamente, prima o poi, deve sfogare.
È sufficiente qualsiasi evento, anche quello più inaspettato, per farlo saltare con un capriccio, un calcio o un morso.
3. Il bambino diventa aggressivo perché difende il suo spazio
Altre volte i bambini hanno bisogno di difendere il loro territorio.
Tengono molto ai loro giochi, tengono molto a mamma e papà, tengono molto ai loro spazi che per loro sono una sicurezza, una garanzia del mondo con il quale possono interagire, del fatto che loro esistono, che possono interagire toccando, sperimentando…
Nel momento in cui sentono vacillare il predominio su questo territorio perché qualcuno gli prende il gioco, perché papà o mamma dicono
“Basta! Adesso tutte queste cose non le tocchi più”
hanno bisogno di difendersi o di esprimere la delusione.
Se noi genitori non sappiamo mediare e gestire al meglio la situazione includendo anche l’emotività di nostro figlio, è molto probabile che lui reagisca con l’aggressività.
4. Non ha limiti
Una causa paradossale dell’aggressività nei bambini è la mancanza di confini.
Quando un bambino sente di avere di fronte un genitore insicuro, un genitore che non sa scegliere, magari fragile, va in confusione.
I bambini hanno bisogno di tanto, tanto amore ma, allo stesso tempo, hanno anche bisogno di fermezza, di sentire di avere davanti un genitore che sa decidere, che sa dire di no in modo adeguato.
Oggi la maggior parte degli adulti è fragile.
Non sappiamo prendere delle decisioni, non sappiamo dire NO senza rabbia, senza urlare con equilibrio e fermezza, non sappiamo non cambiare idea.
Spesso mamma e papà delegano la decisione al bambino in merito a scelte della quotidianità che sono di competenza dell’adulto:
“Andiamo adesso? Andiamo dopo?
Vuoi mangiare? Cambiamo il pannolino?
I compiti, boh? Li facciamo adesso? Forse preferisci andare prima di là, forse… ma… non lo so…”
Questa forma di insicurezza è una grande fonte di stress per i bambini.
Loro hanno bisogno di sentire tutta la forza interiore del genitore.
Se manca si sentono destabilizzati, impauriti e spesso reagiscono proprio con l’aggressività.
5. Bambini aggressivi a scuola e con altri bambini
Capita spesso di assistere a bambini che diventano aggressivi o aumentano la loro aggressività quando inizia la scuola dell’infanzia.
Devono stare otto ore attenti, seduti, concentrati, ad ascoltare senza avere la possibilità di esprimersi, a fare esercizi magari noiosi e ripetitivi.
I bambini, ad un certo punto, sentono di dover esplodere, di doversi ribellare. E lo fanno manifestando un comportamento aggressivo.
4 soluzioni per l’aggressività e la rabbia dei bambini
Che cosa fare?
Prima di tutto osserva la tua quotidianità, osserva la tua interiorità, osserva il rapporto che hai con tuo figlio.
Magari la motivazione è una di quelle elencate sopra.
1. Osserva il tuo atteggiamento
Non te ne rendi conto e forse accumuli stress, tensione, con tuo figlio sei molto dolce ma dentro sei un vulcano che sta per eruttare e tuo figlio lo sente.
A volte non te ne accorgi e sei stanca, frustrata, non ce la fai più, sei alla fine della giornata, ti scappa la pazienza o ti scappa la piccola sberla, lo strattoni dalla maglietta anche se non volevi farlo.
Hai un atteggiamento duro, scontroso, ti arrabbi, alzi la voce… tutto questo serve ad alimentare le frustrazioni di tuo figlio.
Cerca di mantenere la CALMA prima di tutto.
Come?
Distraiti, prenditi degli spazi per te, dedicati qualche minuto nella giornata, ricomincia da qualcosa che ti piace, ma fai il possibile per ricaricare le batterie e per riposarti.
Non possiamo essere calmi e pazienti con i nostri figli se non ci riposiamo e non pensiamo anche a noi e al nostro benessere.
Ogni mamma sa benissimo per esperienza che nei giorni in cui è più serena e riposata riesce a gestire meglio qualsiasi situazione con i figli, “capricci” compresi!
2. Attenzione al ritmo
Osserva la giornata, la settimana e fai attenzione ai ritmi troppo frenetici.
I genitori che non sanno gestire al meglio l’organizzazione familiare e vanno continuamente in confusione, dimenticano le cose, si lamentano, sono nel caos perenne, passano involontariamente questo stress ai figli.
Trova il modo di rendere fluida la scaletta delle cose da fare, degli impegni di ognuno, fai sì che il ritmo rispetti i tempi di tutti i familiari.
Anche il ritmo della giornata è le cose da fare sono riferimenti importantissimi per il bambino, perché gli danno serenità e tranquillità.
In questa nuova organizzazione è necessario far attenzione a un buon tempo per coltivare la relazione con tuo figlio: ascoltarlo, accoglierlo, dargli il tempo per sperimentare e sostenerlo, raccontare, dargli il tempo di sbagliare e rimediare, il tempo per le coccole, il tempo per gestire i tuoi no e i suoi no.
Quando succede qualcosa o fa un capriccio cerca di non partire subito con “NO smettila!”, cerca di comprendere cos’è successo.
Guardalo negli occhi, prenditi del tempo per giocare con lui in modo che si senta rassicurato, accolto e considerato.
3. La qualità dell’ascolto
Quando ascolti tuo figlio, quando sei disponibile, quando riesci a essere ferma senza delegare le scelte, focalizzati sui suoi bisogni, concentrati su di LUI.
Prova prima a ragionare sui mille NO che ti partono per qualsiasi cosa:
“Non andare lì. Aspetta! Adesso no. Dobbiamo farlo dopo, sempre dopo, e continuamente dopo”
Prova a pensare se di quei mille no qualcuno puoi non dirlo. Magari scopri che solo 200 sono NO utili e gli altri sono solo freni.
I bambini diventano aggressivi quando sentono limitata la loro creatività, la possibilità di esprimersi, la possibilità di essere se stessi.
Allora cercare di dosare questo atteggiamento, di fargli capire che anche se il tuo è un No, hai comunque compreso molto bene la sua motivazione, sei con lui, sei empatico…
Questo lo rassicura tantissimo e lo aiuta a gestire meglio la sua interiorità.
4. Il contenitore fisico
Le punizioni e le sgridate alla lunga con tuo figlio non funzionano.
I bambini aggressivi puniti o sgridati possono solo peggiorare il loro stato d’animo.
Il contenitore fisico è la vera alternativa.
L’abbraccio, la coccola, la stretta amorevole, il tocco, il contatto visivo, la carezza, la calma interiore che tu genitore puoi trasmettere a tuo figlio sono perle.
Ora che hai queste soluzioni non ti resta che mettere in pratica.
So benissimo che non è sempre semplice all’inizio, ci vuole tempo, ma la buona notizia è che la perseveranza fa miracoli!
Da ricordare: l’aggressività dei bambini è una “ribellione” che ha bisogno di essere sfogata e accolta
Come hai già letto un bambino che morde, alza le mani ai genitori o lancia gli oggetti è un bambino che ha bisogno di liberarsi di uno stato d’animo “scomodo”.
C’è qualcosa che vuole comunicare, una difficoltà che non riesce a risolvere, delle emozioni forti che non riesce a scaricare se non con il corpo o verbalmente.
Non ha imparato un’altra modalità e quindi si esprime con quelli che noi definiamo atteggiamenti aggressivi.
I bambini hanno bisogno di sentirsi compresi nei loro bisogni. Non hanno bisogno di essere attaccati a loro volta.
Ti faccio l’esempio del fuoco e dell’acqua.
Se davanti a un bambino aggressivo (il fuoco) mettiamo altro fuoco otteniamo semplicemente un fuoco più grande, se mettiamo della benzina anche, anzi peggio.
Se noi, vicino a questo fuoco, mettiamo dell’acqua neutrale, limpida e pulita il fuoco non può fare altro che spegnersi.
Ti suggerisco di ricordare questa metafora proprio nei momenti in cui dovrai affrontare un episodio di aggressività di tuo figlio.
I bambini aggressivi spesso si ribellano a qualcosa che sta loro molto stretto
Non solo regole e limiti (che ovviamente sono necessari), ma anche qualche No detto malamente, magari un atteggiamento repressivo dell’adulto, un modello educativo molto rigido fatto di troppe punizioni, troppi no, troppe sgridate, troppe alzate di voce, troppi “Stai fermo! Quello non farlo, lì non andare”
La parola aggressività è un’etichetta, ma nella realtà è solo la manifestazione di un bisogno.
È sempre un segnale di una richiesta di aiuto da parte dei bambini.
Forse stiamo sottoponendo nostro figlio alla frequentazione di un ambiente, scolastico, familiare o altro, che non gli permette di manifestare sé stesso.
Infatti per natura i bambini non sono né ribelli, né aggressivi.
Sicuramente c’è il bambino che ama di più muoversi, correre, il bambino che ha un tono di voce più alto, il bambino che ama mettere in disordine, differente rispetto a un bambino che fa le cose con più calma, più lentamente, magari non ha bisogno di mettere tutto in disordine per giocare, magari crea in un altro modo, in un modo che noi definiamo più tranquillo, più sereno.
Si tratta semplicemente di nature differenti, di talenti differenti.
Quando assistiamo all’aggressività, alla rabbia, all’ira, allo sfogo, abbiamo sempre uno stato d’animo non espresso, qualcosa che in un bimbo non è stato compreso, una ribellione che ha bisogno di essere sfogata e accolta.
Spero che questa visione ti aiuti a comprendere sempre meglio il Libretto delle istruzioni di tuo figlio e come puoi aiutarlo nei suoi momenti di difficoltà in cui ha bisogno di te.
Ha bisogno di un Aiutante Magico.
Quindi, di sicuro non dobbiamo favorire le risposte aggressive o fare finta di nulla perché esprimono un bisogno, ma è utile, oltre alla fermezza necessaria in questi momenti, osservare la motivazione, risolverla a monte e ricordarci di accogliere il loro disagio invece di giudicarli.
Per approfondire la causa dei comportamenti di tuo figlio puoi leggere: Perché i capricci di tuo figlio non sono comportamenti isterici e inspiegabili?.
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