Ci sono ingredienti che possono rendere meno difficile l’inserimento quando i nostri figli devono varcare la porta della scuola elementare.
In questo articolo ho inserito i 5 passi per:
- favorire il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria
- evitare pianti e crisi a scuola, l’ansia da prima elementare e l’ansia prima di entrare in classe
- come comportarsi con i bambini con l’arrivo della prima elementare
- sapere perchè a volte i bambini non vogliono andare a scuola
- scoprire il perchè a volte i figli già alle elementari non vogliono fare i compiti
Con l’arrivo della prima elementare la situazione rispetto al precedente inserimento è un po’ diversa perché, molto probabilmente, nostro figlio ha già alle spalle qualche anno di esperienza scolastica, gli anni della scuola dell’infanzia e, crescendo, ha anche una diversa capacità di gestire le novità o di vivere i cambiamenti o di esprimere eventuali disagi:
Inizia a ragionare sulle cose, inizia a essere sempre più consapevole dei suoi sentimenti, di quello che prova e che sente.
È molto più consapevole a sei/sette anni delle relazioni che vive con gli altri rispetto a quando aveva qualche mese e doveva andare al nido
Come possiamo prepararci per aiutarli in modo che il passaggio dalla scuola materna alla scuola primaria sia il più armonico possibile?
Passaggio alla scuola primaria: come gestire al meglio l’inserimento ed evitare difficoltà
Vediamo i 5 passi che possono aiutarti con tuo figlio o tua figlia.
1. Il vissuto degli anni precedenti con l’inserimento al nido e alla scuola dell’infanzia
Può sembrare strano, ma anche in questo caso i buoni semi con i figli le mettiamo negli anni precedenti. Se per esempio:
1️⃣ abbiamo rispettato i suoi bisogni di bambino
2️⃣ se abbiamo evitato di anticipare i tempi e dirgli a due anni “sei grande, sei grande, sei grande”
3️⃣ se abbiamo rispettato il suo bisogno infantile dei primi anni di stare con noi, di giocare molto, di vivere in maniera spensierata
allora è molto probabile che abbia strutturato quella forza interiore necessaria per affrontare questa fase della vita, questo passaggio importante alla scuola elementare.
Se negli anni precedenti abbiamo scelto per nostro figlio un ambiente giusto per lui alla scuola materna abbiamo la probabilità che questo passaggio sia ancora più semplice perché non avrà un vissuto difficile alle spalle, come può essere un’esperienza alla materna andata malissimo, problemi con i compagni, problemi con gli insegnanti.
L’ideale è che non si sia creata la situazione per cui non voleva andare a scuola e noi lo abbiamo portato ugualmente senza accoglierlo e senza risolvere il motivo. E magari rincarando la dose dicendo “è quello il tuo lavoro, ci devi andare”.
Oppure, per esempio, non aiutano molto le realtà di scuola primaria/materna molto scolarizzate.
Magari devono stare già seduti come a scuola per parecchio tempo rispetto a quello che il loro fisico la loro mente può sostenere e sopportare. Magari devono fare lavori di prescrittura che spesso sono anche impegnativi e noiosi per bambini di quell’età. Forse potrebbero essere fatti giochi diversi per avvicinarli alla scrittura più dinamici, più creativi…
In questi casi si arriva a settembre, se non addirittura già nell’estate prima della prima elementare, che i bambini sono esasperati e ovviamente (e anche giustamente) ti dicono:
La scuola non voglio più vederla nemmeno in cartolina!
Le scelte che facciamo qualche anno prima e cosa ha vissuto tuo figlio quindi già preparano il terreno per l’inserimento nella scuola primaria.
2. La scelta della scuola elementare
Anche qui vale come per il nido e come per la scuola materna: scegliamo quando possibile la scuola in maniera accurata.
Oggi la scuola ha tante difficoltà, andrebbe un pochino ristrutturata, ma nonostante questo, tra le varie scelte che abbiamo davanti, possiamo cercare di individuare quella che risponde di più ai bisogni del bambino, quella che è più vicina alla natura del bambino.
Magari una scuola non troppo affollata, non troppo grande.
Cerchiamo di andare a parlare con gli insegnanti: anche se cambiano di anno in anno, magari possiamo fare riferimento alla direttrice che probabilmente non cambierà, o al direttore didattico.
Possiamo ad esempio:
- frequentare la scuola l’anno precedente, andare a visitarla, informarci sui piani didattici
- indagare su come affrontano le difficoltà, come cercano di aggregare la classe e di far fare amicizia tra i compagni.
- porre domande per sapere se danno i voti o no e con quale criterio
- se la scuola ha delle linee guida che segue
- quali orari vengono fatti
- se c’è il giardino o un bosco vicino, quali attività fisiche vengono fatte
- se quando ha voglia di fare pipì può andare a fare pipì o no…
Quindi cerchiamo di capire come funziona. Se possibile, cerchiamo di pianificare per quanto è possibile anche questa scelta.
Non stanchiamoci di andare a cercare scuole che magari sono nel paese vicino, sono nell’altro quartiere, che ci richiedono una sveglia di qualche minuto prima per fare un pezzo in più in macchina, ma che poi possono dare molto di più ai nostri figli.
Non dobbiamo avere paura di queste cose, perché poi i bambini a scuola devono passare tanti anni e se da subito ne ricevono una prima bella impressione, questo aiuterà tantissimo.
3. Entusiasmo e preparazione prima dell’inserimento alla scuola elementare
Ci sono anche altre cose che possiamo fare, in questa fase, per far amare la scuola ai nostri figli. Innanzitutto evitare il più possibile il terrorismo, per esempio frasi come: “è il tuo lavoro, è il tuo lavoro, devi andare a fare il bravo. Devi ascoltare, devi devi devi…”
È chiaro che un bambino è bene che sia educato, è bene che sia rispettoso nei confronti degli insegnanti, ovviamente, solo che il modo in cui noi accompagniamo questo passaggio deve essere il più possibile felice e sereno.
Mamma e papà per primi, con sincerità, dovrebbero avere l’acquolina in bocca trasmettendo la passione per l’arrivo della scuola elementare, trasmettendo con le loro storie e racconti il messaggio:
Finalmente andrai a scuola. Imparerai a leggere. Imparerai a scrivere come mamma e papà.
Finalmente imparerai un sacco di cose su dove viviamo, su come vivono le piante, su come vivono gli animali.
Fantastico. Scoprirai cose nuove meravigliose. Le operazioni, la geometria, i disegni… Farai un sacco di cose bellissime. Sono felicissima. Non vedo l’ora!!
Solo così possiamo farla venire anche a loro.
Anche per la scelta dello zaino, il portapenne, il materiale scolastico è utile creare l’angolo a casa dove possiamo mettere i libri e i quaderni comodi, insieme.
Ricordo quando andavo alle elementari. Il momento di foderare i libri, di acquistare il necessario era un momento mistico perché era un momento di grande valore. Era quasi il momento più religioso dell’anno, perché bisognava preparare tutto il materiale attraverso il quale io avrei imparato.
Dedicavo un pomeriggio intero, insieme a mio padrino, a foderare i quaderni e libri, a misurare con il righello in modo che la copertina stesse perfettamente tutto l’anno e non si sfaldasse dopo due mesi. E facevo tutto con una precisione maniacale perché quel libro e quei quaderni erano fondamentali.
La cartella è vero che doveva piacermi, ma non era importante se era quella della pubblicità o se era quella che aveva il mio amico, o l’altro mio amico ancora, o se era del mio supereroe preferito. Era importante che sostenesse tutto il peso della mia cultura, era importante che una volta piena fosse comoda sulle mie spalle.
Credo che noi queste cose, questi valori, li abbiamo persi di vista, li abbiamo un po’ dimenticati e, presi dalla fretta, facciamo fatica a creare questo alone di meraviglia attorno all’apprendimento, che invece serve.
4. Il rispetto delle regole non può essere appreso in un giorno
Ancora un altro aspetto, che può aiutare te, tuo figlio e le insegnanti, è il rispetto delle regole.
Gli insegnanti, con tutte le difficoltà del caso, fanno di tutto e ancora di più per far andare bene le cose, ma sicuro trovano difficoltà nel momento in cui hanno un bambino di sette/sei anni in classe che fa fatica a rispettare le regole.
Ma un bambino di questa età non impara a rispettare le regole, a rispettare gli altri, a chiedere e a comunicare, il giorno in cui fa il suo ingresso nella prima elementare.
L’atteggiamento verso le regole, il rispetto degli adulti, il fatto di saper stare con gli altri è un qualcosa che noi costruiamo negli anni precedenti, in famiglia.
Perché il saper stare con i propri compagni, riuscire a gestire qualche presa in giro, avere magari il coraggio di dire all’insegnante “non ho capito, mi sto annoiando, questo è difficile” è anche legato all’esempio che ha ricevuto un bambino negli anni precedenti.
Se ho fiducia in me non ho paura di chiedere “non ho capito”, mi sono fidato di mamma e papà che mi portano qui e sanno che è l’ambiente giusto per me. Ho avuto la fortuna di trovare un insegnante particolarmente empatica, non ho paura, appena ho una difficoltà dico:
“mi hanno preso in giro. Non ho capito. Guarda che mi sto annoiando”.
Se vuoi approfondire come gestire le regole puoi leggere l’articolo: Tuo figlio non ascolta? Scopri perché non accetta le regole e i tuoi no
5. Attenzione ai primi giorni
È utile cercare di tenere le antenne dritte per captare cosa succede nei primi tempi durante e dopo i primi giorni di inserimento.
Non dobbiamo aver paura di chiedere di poter parlare con l’insegnante nella prima settimana, perché io devo sapere subito come aggiustare il tiro, dove intervenire da casa.
Se possibile evitiamo di aspettare che i problemi si ingigantiscano e di arrivare alla fine del primo anno, a metà del primo anno o in seconda elementare. A quel punto non saprò più come risolvere l’odio di mio figlio per la scuola o il fatto che l’abbiano preso come elemento disturbante della classe. O non saprò come trovare una soluzione al fatto che non riescano a togliersi dalla mente l’idea che mia figlia per tutto l’anno precedente, tutte le volte che aveva un problema non chiedeva, si chiudeva in sé stessa.
Se forse avessimo letto tutti insieme i segnali dei bambini, se ci fossimo coordinati, mio figlio compreso, magari avremmo potuto risolvere subito all’inizio, cogliendolo proprio dal suo sguardo, dal suo umore, da quello che ci dice, come stava andando la situazione.
Se costruiamo, con i nostri figli, una buona relazione, quando i bambini non si sentono ascoltati, se la maestra è stata nervosa, vengono a casa e ce lo dicono “guardate che c’è qualcosa che non va”.
Allora noi possiamo intervenire, non per insultare l’insegnante e fare il genitore rompiscatole o dirle che non sa fare il suo lavoro, ci mancherebbe. Ma è un nostro diritto poter andare dall’insegnante e dire:
“guarda, per fortuna mia figlia è venuta a casa e mi ha detto di questa difficoltà. Lo voglio segnalare perché, avendo il programma da mandare avanti, altri bambini, magari mia figlia parla poco, viene a casa e me ne parla. Magari insieme possiamo trovare la situazione. Cosa posso dirle io da casa? Quando succede noi le rispondiamo così, magari puoi farlo anche qua a scuola”.
Con il dialogo e una buona comunicazione, si trovano le soluzioni.
L’invito è: attenzione alle prime settimane, ai primi giorni. Perché è molto più semplice poter aggiustare le piccole cose che non vanno in questo momento, in queste prime battute.
E poi, quando i figli sono piccoli, è importante iniziare a pensare che quello che facciamo oggi fa da base ai suoi anni in futuro. E anche il rapporto con la scuola, che avrà da qui a qualche anno, si può pensare e costruire prima che inizi.
Prevenire è sempre meglio, anche per l’inserimento alla prima elementare
È sempre meglio intervenire subito che non dover poi correre ai ripari, sperando che qualcuno risolva le cose per noi, quando magari poi i problemi si sono già ingigantiti perché sono passati mesi o perché è già passato tutto l’anno.
A questo punto posso solo augurarti un buon inserimento alle elementari. Spero che questi suggerimenti ti siano di aiuto per trasmettere la passione e l’amore per l’apprendimento che purtroppo i bambini e i ragazzi a volte perdono.
Se vuoi saperne di più sul perchè a volte i bambini non vogliono studiare, non vogliono leggere oppure perchè si arriva anche a odiare la scuola puoi leggere: Tuo figlio odia i compiti e la scuola? Forse ha un buon motivo…
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