Il co-sleeping (dormire vicino ai genitori) e il bed-sharing (dormire nel lettone) sono argomenti controversi che fanno schierare spesso i genitori in 3 fazioni ben distinte:
1° schieramento: mio figlio dorme nel lettone…
I genitori, in particolare le mamme, che non rinuncerebbero mai per nessun motivo alle coccole e al contatto diretto con i figli la notte nel lettone (in questo caso si parla di bed-sharing).
Ecco l’esperienza delle mamme a proposito:
“Io adoro dormire con i miei figli. Li respiro, li bacio e li abbraccio anche durante la notte. Sono certa, arriverà il momento in cui loro stessi, sentiranno l’esigenza di avere una loro intimità e da soli, andranno nella loro stanza. Non riesco proprio a pensare di farli dormire da soli”
“Ho messo mia figlia di 4 anni da due sere nella sua cameretta da sola. Ha sempre dormito con me, prima nel lettone, fin dal giorno della sua nascita, poi nella stessa stanza in due letti separati. Pensavo facesse fatica ad accettare il cambiamento invece è andato tutto a meraviglia!”
“Il nostro dorme in mezzo a noi e quando sarà pronto andrà… Ma i suoi abbracci e voglia di coccole ci mancheranno”
2° schieramento: mio figlio dorme vicino a me…
Le mamme che scelgono il co-sleeping, quindi far dormire i figli nella loro stanza e in prossimità dei genitori con la culla attaccata al lettone o altre soluzioni simili.
Ecco l’esperienza di un’altra mamma:
“Abbiamo affiancato il lettino al letto togliendo la sponda e così abbiamo dormito tutti quanti. Poi verso i 5 anni un bel letto ad una piazza e mezzo in camera sua così c’è spazio per leggere insieme la sera o appisolarsi“
3° schieramento: mio figlio deve abituarsi a dormire da solo nella sua stanza…
I genitori che invece sostengono che i figli debbano dormire da subito da soli nella loro stanza.
Sono assolutamente contrari al bed-sharing, quindi far dormire nel lettone i figli non solo nei primi mesi ma in generale a qualsiasi età, sono contrari anche al co-sleeping, cioè far dormire i figli vicino a loro, e contrari anche a farli dormire nella stessa stanza da letto (room-sharing).
In questo caso le motivazioni sono varie, dal rischio di SIDS ai sostenitori del fatto che l’intimità di mamma e papà sarebbe compromessa dalla presenza dei figli nella stessa stanza, dalla scomodità di dormire insieme nel lettone alla paura che i figli prendano il “vizio” e non lascino la stanza dei genitori fino al… 25° anno 😊
E in tutte le sfumature intermedie degli schieramenti non dimentichiamo:
- gli antropologi che osservando diverse popolazioni nel mondo hanno scoperto che i bambini dormono da soli nella loro stanza solo in… occidente! (e già questa informazione dovrebbe farti riflettere)
- E i convinti sostenitori di metodi assurdi (che non considerano i sentimenti dei bambini) che prevedono non solo di far dormire i bambini da soli fin da neonati, ma addirittura che bisogna ignorare i loro pianti perché si devono abituare…
Quindi dove bisogna far dormire i figli? È meglio il co-sleeping, il bed-sharing o ci sono altre soluzioni?
NOTA: Prima di andare avanti ti segnalo che se sei già convinta/o che bisogna far dormire da soli i figli e che tutto il resto sono solo stupidaggini, puoi fermarti e passare a un altro articolo.
Se invece vuoi saperne di più, ti suggerisco di aprire la mente ed evitare di chiuderti in pregiudizi e condizionamenti del passato.
Anche se ti sembrerà strano il voler dormire vicino ai genitori per un bambino è sia istintivo che normale.
Siamo noi che a causa di false credenze culturali siamo sommersi da mille dubbi e domande.
Ecco cosa tratteremo in questo articolo:
- Perché i bambini vogliono dormire nel lettone con mamma e papà o vicino a loro?
- Cosa faccio se non voglio far dormire con me mio figlio nel lettone ma neanche lasciarlo da solo nella sua stanza?
- Come insegnare a dormire nel proprio letto? Quando passare dal lettone al lettino? Esiste un’età precisa?
- Esiste un modo per disabituare il bambino a dormire nel lettone?
- Perché i bambini a 5 anni, 6 anni, 7 anni o anche quando sono più grandi non vogliono andare a dormire da soli in cameretta?
Dormire nel lettone o vicino a mamma e papà: partiamo da principio (e tuo figlio potrebbe aver ragione!)
Per quanto ci crediamo evoluti e per quanto lo siamo, per certe cose rimaniamo pur sempre dei mammiferi e quindi sensibili al nostro istinto e alle leggi ancestrali che governano il nostro comportamento: se distrattamente ci scottiamo, allontaniamo d’istinto la mano, il giorno ci inquieta meno della notte, spesso ragioniamo “a pelle”, se qualcuno ci fa “buuu!!” di soprassalto noi ci spaventiamo.
Allo stesso modo, caso mai si presentasse nella nostra casetta un predatore un poco affamato, se siamo anche solo un grado sotto di lui nella catena alimentare e siamo dei cuccioli, preferiamo che a dormire con noi ci sia sempre qualcuno.
Anche le mamme di alcune popolazioni a cui è stato fatto osservare che in Occidente, nel grande territorio della “razza umana evoluta”, i bambini hanno una loro cameretta, diversa da quella di mamma e papà, e lì devono dormire (o almeno ci si sforza per farlo), hanno risposto:
“Certo, che bella idea, ma almeno c’è qualche adulto che dorme con loro?”.
Anche per la maggior parte delle mamme occidentali (statisticamente tutte quelle con cui mi sono confrontata) vale lo stesso.
Pur seguendo il metodo del “dai un’occhiata e fuggi”, ingranando o scalando i secondi come fai con il cambio delle marce in auto quando vai a fare la spesa.
Pur attratte forse dall’ingannevole semplicità con cui viene presentata questa opzione. Nonostante siano più facilmente prede dopo notti passate insonni, dopo “inspiegabili” risvegli e interminabili filippiche dai più anziani del branco sul fatto che prima o poi si devono abituare a dormire da soli, nonostante ciò, qualcosa le turba.
Il mal di pancia è rimasto, anzi, generalmente aumentato e aggravato da un profondo senso di colpa e da un disagio lacerante nel vedere il proprio cucciolo solo, in preda ad un dolore profondo. La voglia di prenderlo in braccio è grande, sentendo questo impulso come il più naturale e il più efficace in quel momento.
Oppure siamo stanche e stravolte, non abbiamo nessuna voglia di tenerlo con noi, siamo persino arrabbiate, eppure… eppure se diamo retta a questa reazione (e anche al nostro sano bisogno di riposare)… è come se una parte di noi si sentisse in colpa, in errore per aver pensato di lasciarlo di là e di vederlo così solo o in preda al pianto.
E sì, perché da che mondo è mondo un bambino accolto, protetto e rassicurato, si calma senza perdere fiducia nell’adulto, rafforzando indirettamente la sua autostima e il suo coraggio.
Se lasciato da solo a gestire le sue paure ancestrali, non avendo ancora sviluppato le capacità autonome per farlo (e non sono capacità che si “imparano” o si “insegnano”, bensì sono capacità innate che si sviluppano nel giusto tempo, proprio come il germoglio non esiste prima del seme o il frutto prima del fiore) il bambino teme per la sua sopravvivenza.
Manifesta questo timore e vive un profondo disagio fatto di fragilità e paura che lo rende e lo renderà insicuro, oltre che poco fiducioso in mamma e papà che non sanno rispondere in modo efficace e naturale ad un suo bisogno innato.
Quindi, facendo un baffo al detto, meglio in compagnia che da soli, soprattutto se si tratta di sonno notturno e di bambini.
Ecco spiegato perché i bambini vogliono dormire nel lettone. Il co-sleeping o il bed-sharing non sono una moda o un’invenzione: è un bisogno emotivo di tuo figlio.
E se mio figlio poi vuole dormire nel lettone o nella mia stanza per sempre? E se il co-sleeping va avanti fino a 18 anni?
Quando saranno più grandi, di sicuro non dormiranno più nel vostro lettone o nella vostra stanza.
Siamo una delle poche società al mondo che ha questa fissazione di far dormire i bambini da soli da subito, perché si devono abituare a dormire da soli.
Non esiste in altre parti del mondo.
Forse solo in una società come la nostra, dove abbiamo case tanto grandi e abbiamo tante stanze, pensiamo che sia educativo che i bambini dormano da soli. In verità non è tanto un fattore di educazione.
Tendenzialmente i bambini, se finché sono piccoli hanno la possibilità di dormire con degli adulti e di sentirsi rassicurati nel passaggio notturno, diventano molto più sicuri nella loro crescita.
Alla fine abbiamo questo retaggio: potrebbe arrivare il lupo, potrebbe arrivare un pericolo, l’addormentamento potrebbe essere un pericolo, perché di fatto si spegne tutto, si spegne anche la coscienza. Quindi noi non sappiamo cosa c’è dall’altra parte, abbiamo bisogno di rassicurazione, è normale avere bisogno della vicinanza di un genitore.
Poi a 6 anni, 7 anni, magari anche 4 anni potrebbero già iniziare ad andare a dormire nella loro cameretta, ancor di più se c’è un fratello o una sorella che a volte rende la cosa più semplice…
Perché i bambini che sono già grandicelli vogliono dormire vicino a mamma e papà? I 4 possibili motivi
1. Non ha dormito abbastanza con te
Potrebbe essere perché da piccoli il co-sleeping è stato breve o non hanno dormito abbastanza con noi.
Rimane una sorta di paura che fanno fatica a superare quindi, anche se hanno 7 anni, 8 o 9 anni hanno bisogno di recuperare quella fase.
Se noi li “assecondiamo”, attivando una specie di regressione, facendo poi man mano una sorta di svezzamento, loro recuperano questo bisogno e riescono a dormire da soli più facilmente.
2. Paure e tensioni
Un altro motivo potrebbe essere una sorta di stress, preoccupazioni, ansie, paure che magari accumulano durante il giorno. In questo caso la notte non riescono a rilassarsi per poter dormire serenamente. Dunque si svegliano di frequente con una sensazione di preoccupazione o di paura e vengono da noi o vogliono comunque il nostro contatto.
3. Gelosia in corso
Altre volte lo fanno se magari hanno dei fratellini più piccoli che per qualche motivo anche loro vanno nel lettone da mamma e papà.
Oppure i fratellini non vanno da mamma e papà però vince una sorta di gelosia nel grande:
“Anche io voglio essere piccolo come mia sorella e mio fratello. Anche io voglio essere preso in braccio, coccolato come fai con lei o con lui di giorno. Prende ancora la tetta e io no… allora almeno di notte, quando lui sta dormendo beato, io mi infilo nel lettone. Voglio stare lì come un bimbo piccolo con te”.
4. Vuole il co-sleeping o il bed-sharing per stare con te!
Altre volte i bambini vogliono dormire nel lettone perché di giorno non hanno la sensazione che trascorriamo abbastanza tempo di qualità insieme.
Succede che proprio di sera, quando è ora di andare a dormire, si attivano.
Sì, proprio in quel momento quando vi siete già messi il pigiama, quando i piatti sono tutti in lavastoviglie, quando i denti sono già lavati, quando tutte le luci sono già abbassate, voi siete pronte per la storia e loro invece:
“giochiamo? No, io voglio montare la casa, voglio costruire… Mamma tira fuori i pennarelli, tira fuori i pennelli, facciamo questo, facciamo quest’altro”
Finalmente vedono che c’è uno spazio vuoto nella vostra giornata, sentono che tutto sta rallentando e quindi danno spazio al “voglio stare con te! Stai con me, giochiamo, facciamo qualcosa insieme”.
Se questa qualità di giorno a volte non c’è, cercano di recuperare la vicinanza con noi di sera e anche di notte nel lettone, hanno bisogno della nostra presenza e se non basta, si attivano quando trovano uno spazio di disponibilità che a loro pare adatto.
Agendo nel tempo sulla motivazione, e facendo una sorta di “svezzamento”, magari accettando che per ora venga a fare capolino nel vostro lettore e rimanga lì per finire la notte con voi, poi pian piano, risolvendo la causa, lo porterete a dormire sempre più a lungo nel suo letto.
E se non voglio farlo dormire con me nel lettone ma neanche lasciarlo da solo nella sua stanza?
In questo caso la soluzione è il co-sleeping, quindi puoi attaccare la culla o il lettino al vostro lettone e sarai comunque vicina a tuo figlio.
Negli anni ho visto un po’ di tutto come soluzione creativa per praticare il co-sleeping:
per esempio stanze da letto un po’ piccole dove il lettone viene disposto in diagonale per far spazio al lettino del figlio, lettoni circondati da 3 lettini dei figli, uno vicino alla mamma, uno ai piedi del letto e uno vicino a papà, 2 letti matrimoniali uniti insieme, poi c’è la soluzione del futon circondato da cuscini, ecc…
E quando succede il contrario e tuo figlio ti vuole nel suo letto?
A volte capita che un bambino dorma nella sua cameretta, ma insieme alla mamma e non voglia dormire da solo, come si può fare?
In verità se per esempio da 4 anni tuo figlio dorme nella sua cameretta, ma ci dorme con te, per lui quella è sia la cameretta di mamma che la sua…
Come tutti i bambini piccoli fatica a dormire da solo, ma questo come abbiamo visto è fisiologico.
In questo caso l’aiutante magico ribalterebbe la situazione completamente.
Anche con papà dormiamo tutti nella camera familiare, la camera matrimoniale. Mamma e papà dormono nel lettone, con il bambino a fianco magari in un lettino attaccato.
Poi, a mano a mano che passano le settimane, sempre più distante, sempre più distante, finché poi potrà dormire da solo nella sua camera (sempre considerando eventuali motivazioni sottostanti che gli impediscono di dormire da solo, oltre all’abitudine che si è creata, e agendo su quelle).
Ecco un’altra sfumatura relativa al perché i bambini non dormono nella loro cameretta da soli ma vogliono noi lì con loro: a volte è solo questione di come li abbiamo abituati fin dall’inizio.
Come ho descritto sopra capita a volte, o sovente, che il bambino richieda così tanto le nostre attenzioni notturne, perché di giorno ha la sensazione di ricevere poche attenzioni da parte nostra.
Magari siamo sfuggenti, siamo di corsa, siamo nervosi, siamo stanchi quindi lui pensa:
“Mamma, almeno la notte stai vicino a me. Voglio sentire la tua presenza, da solo non ci voglio stare”.
Altri motivi che spingono i bambini a preferire il lettone
Se sei preoccupata perché tuo figlio ti chiede di dormire nel lettone e non vuole dormire assolutamente da solo nel suo lettino dobbiamo ricordarci sempre che i bambini hanno un’età anagrafica e un’età “affettiva”.
Ed è l’età affettiva quella che conta, soprattutto quando si tratta di co-sleeping e di dormire nel letto con i genitori.
Se tuo figlio per esempio, pur avendo 4 anni o 6 anni, non è ancora “maturato” abbastanza e dall’atteggiamento e dai bisogni ci dimostra che è affettivamente più piccolino, più lo assecondiamo, più a monte lo aiutiamo a riempire eventuali vuoti o mancanze del passato e più facilmente supererà questa fase.
1° soluzione: se a 5 anni non vuole dormire nel suo lettino…
La soluzione è:
- continua a farlo dormire nel lettone o vicino a te con un lettino attaccato al tuo letto
- nel frattempo valuta la motivazione di fondo e agisci su quella
- non avere fretta e riduci le aspettative
- mostrati serena e sicura della scelta che stai facendo
- dopo aver agito per sciogliere l’eventuale motivazione, ricordati di attivare tu per prima un po’ alla volta questo “svezzamento” che lo porterà poi a dormire in camera sua a tempo debito
- nel frattempo fai in modo che la sua cameretta non sia un ambiente freddo e sconosciuto: andate a giocarci insieme, metti lì tutte le sue cose, frequentatela spesso di giorno e di sera, ecc.
Non aspettare nemmeno che lui chieda. Dai per scontato che il tuo è il letto dove tuo figlio va a dormire quando è ora della nanna.
(aspetta ad allarmarti… continua a leggere perché un senso c’è 😉).
Non fare neanche il tentativo di chiedere:
“Vuoi provare ad andare a dormire nel tuo lettino?”
Sarai proprio tu a comprendere da lui e dalle circostanze quando potrai attivamente iniziare con questo “svezzamento” di cui ti scrivevo.
Soprattutto è utile se c’è già la sua camera pronta e se lui in quella camera ci gioca spesso, se è una camera che viene vissuta e in cui trascorrete del tempo insieme.
2° soluzione: se vogliono dormire nel letto con i genitori, a volte non è pronto il “terreno”
Come ti dicevo poco sopra, spesso i bambini vogliono dormire con i genitori perché la cameretta per loro è estranea, non è “la loro camera”.
Magari sono pronti affettivamente, ma non ci vanno perché quella camera non la sentono come un pezzo di casa, non è il loro spazio.
Magari non vanno mai nella cameretta perché è più bello giocare in salotto, in cucina vicino a mamma. O magari la cameretta è diventata una sorta di ripostiglio, ci si appoggia tutto quello che non ha un vero posto…
La cosa migliore sarebbe iniziare a frequentarla e viverla prima del passaggio vero e proprio.
Qualche mese prima si può iniziare a giocare insieme in camera, fare in modo che i vestiti siano negli armadi lì, che i giochi stiano lì in ordine, che lì ci siano pupazzi, pentolini, macchine, tappeti accoglienti… che mamma e papà trascorrano del tempo con i figli in questo spazio.
Tutto quello che occorre è costruire familiarità tra la camera e il bambino.
Quando sarà pronto, in quella cameretta dove ci si diverte, dove si sta bene, dove dormono i suoi orsetti, potrà dormire sereno nel lettino anche lui.
Siamo davvero tutti pronti per il passaggio al lettino o alla cameretta?
E a questo punto la vera domanda sarà: tu mamma sei pronta a lasciarlo andare di là nel suo lettino e concludere la fase di co-sleeping?
Sei disposta a rinunciare alle notti insieme nel lettone?
Te lo scrivo perché molto spesso anche noi abbiamo un ruolo centrale in tutto questo.
E non solo perché da noi dipende il fatto di conoscere e comprendere i suoi bisogni, individuare le possibili motivazioni e agire su di esse, favorire la regressione se necessario, attivare uno “svezzamento”, ma anche perché i bambini sono molto sensibili rispetto a quanto sentiamo dentro di noi, lo assorbono e si comportano di conseguenza.
Se noi per prime (e mi rivolgo in particolare alle mamme) siamo dispiaciute del fatto che stiano crescendo o possano crescere e quindi avere meno bisogno di noi…
se siamo noi le prime a nutrirci di questo momento di condivisione, se siamo noi le prime a sentirci importanti, utili, essenziali e questo ci gratifica e ci fa sentire vive, se siamo noi le prime ad avere la sensazione che questo sia l’unico momento di vero amore che viviamo nella giornata, se abbiamo paura di vederlo crescere, se proviamo una sorta di dispiacere a pensarlo solo di là perché noi per prime nella vita patiamo la solitudine…
Ecco che loro lo sentono e faranno più fatica a favorire un naturale passaggio di crescita che li porta spontaneamente ad essere sempre più autonomi.
Perciò, se senti che anche per te a volte è così, goditi a pieno questi momenti e allo stesso tempo ricordati che puoi essere sia il suo aiutante magico.
E quindi prenderti cura dei suoi bisogni sia che si tratti di assecondarli, di favorire una regressione o di favorire uno “svezzamento”, sia puoi essere il tuo aiutante magico e aiutare innanzitutto anche te per sentirti sempre più autonoma e matura, libera di soddisfare anche i tuoi bisogni o riempire i tuoi vuoti, senza che tutto questo debba dipendere da tuo figlio 😊
Del resto la vita di mamma e quella di papà non è tanto una strada segnata da rigide regole e codici esterni da seguire, quanto un meraviglioso viaggio in cui si alternano salite e discese.
E il bello è tutto quello che impariamo in questo viaggio osservando e conoscendo meglio sia noi che i nostri figli, un viaggio dove si impara soprattutto ascoltando i principi del cuore e delle attitudini e bisogni naturali di tutti gli esseri umani, compresi i nostri cuccioli.
Se vuoi, puoi approfondire questo argomento leggendo l’articolo Tuo figlio non dorme o si sveglia di notte? Scopri perché
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