Molti genitori sono in difficoltà perché non riescono a calmare i figli quando sono nervosi o agitati, non sanno cosa fare quando il figlio è irrequieto, quando urla e non ascolta.
In questo articolo ho riassunto 4 passi che seguo sempre e che ti aiuteranno a:
- Gestire il nervosismo dei bambini e dei ragazzi
- Sapere come calmare i bambini nervosi e agitati
- Come comportarsi con un bambino irrequieto e come contenere un bambino vivace
Come facciamo ad aiutare nostro figlio e a dargli l’esempio di come si gestisce il proprio bagaglio dei sentimenti che prova?
Per cominciare, l’accoglienza e l’esempio sono i 2 elementi che permetteranno a tuo figlio, da adulto (quando avrà la capacità di osservarsi e di auto-gestirsi), di essere in grado da solo di ascoltare e accogliere i suoi sentimenti senza che sfocino in rabbia senza sentirsi sbagliato o giudicato.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
4 step per calmare bambini nervosi e agitati a 1 anno, 2 anni, 3 anni, 4 anni… fino a 99 anni 😊
Ecco i 4 passi che puoi adattare in base all’età di tuo figlio:
1. Intervenire da Aiutante Magico ti aiuta (molto) a calmare tuo figlio
Quando tuo figlio è nervoso o piange la prima cosa da fare è intervenire senza farlo sentire sbagliato, sia che abbia un momento di paura, un momento di tristezza, un momento di gelosia per il fratello, rabbia perché non vuole andare a scuola, nervoso perché gli abbiamo detto No per un altro gelato, è diventato irrequieto perchè non può avere un nuovo gioco subito, stanchezza, qualsiasi cosa…
Interveniamo, stiamo con lui proprio da Aiutanti Magici trasmettendogli con la nostra presenza il messaggio:
“Arrivo! Ci sono io, non c’è nulla di sbagliato in quello che stai provando, va tutto benissimo, non c’è nulla che tu non possa esprimere”
Esempio: tuo figlio si arrabbia e piange perché non può andare dal suo amico a giocare.
Come un vero aiutante magico arrivo e potrei dire:
“Caspita!! Cos’è successo?”
Magari tuo figlio risponde:
“Sono triste perché mi hai detto che oggi pomeriggio non posso andare a giocare da Luca”
Tu potresti calmarlo con:
“Mannaggia! Lo so non possiamo andare a giocare da Luca. E’ una cosa bruttissima. Volevi stare tutto il pomeriggio a giocare”
Il dialogo di accoglienza dovrebbe essere sincero, non deve essere imitato, finto, forzato; non funziona se ormai presa anche tu dalla rabbia pensi “lo faccio soltanto perché l’ha detto Roberta, perché così non stai a lamentarti tutto il pomeriggio”!
Quindi deve essere veramente sentito, davvero come se fossimo il suo Aiutante Magico che vuole aiutarlo in quel momento.
Prova a pensare come ti sentiresti tu se, dopo aver sognato di andare via per il weekend, il volo viene cancellato… di sicuro non la prendi bene.
Per i bambini e i ragazzi è la stessa cosa. Immedesimarsi nella loro frustrazione, nel loro disagio ci aiuta ad essere sinceri e a capire davvero la loro reazione emotiva, anche se si sta arrabbiando, piange o ha una crisi di nervosismo e si agita.
Indubbiamente è vero che le manifestazioni dei figli sono molto più eclatanti delle nostre perché sono bambini o ragazzi, ma vanno comprese e accolte se vogliamo imparare a gestire e calmare la rabbia e il nervoso dei nostri figli.
Quindi accoglienza significa: intervieni in maniera neutrale, senza giudicare e accogli qualsiasi suo stato d’animo. Con calma e senza sgridare o urlare.
Accogliere significa capire quello che sta provando, immedesimarsi e fargli sapere che sai quello che sta vivendo, proprio dicendogli che hai capito ed è normale essere tristi o arrabbiati perché non può fare una cosa che gli piace tanto.
Se si tratta di un bambino nervoso o di un bambino agitato di 1 anno, 2 anni o 3 anni sarà diverso il modo e il tono, sarà in braccio e lo stringerai a te parlandogli dolcemente.
Intervieni guardandolo negli occhi, senza giudicare, da Aiutante Magico, ascolta cosa sta provando e lo capisci, gli fai sentire che sei con lui e dalla sua parte con il cuore perché è proprio una cosa triste.
2. Evita il più possibile di sminuire il suo stato d’animo
È molto importante imparare a evitare di banalizzare la situazione e sminuire tuo figlio, oppure cercando subito di trovare una soluzione per placare il problema e solo per farlo smettere. Ad esempio: “ti prometto che la prossima settimana andiamo” e tu sai già che non succederà.
I figli, prima di tutto, che abbiano 2 anni o 6 anni hanno sempre bisogno dell’accoglienza di qualcuno che si metta nei loro panni, in modo che loro possano sentirsi capiti e compresi, per esempio:
“La mamma ha capito. Ha capito come sto! Ha capito come mi sento. Sono in un paese amico, sono in un porto sicuro. Qualcuno ha capito cosa sto provando dentro”.
Arrivare a far percepire questo ai nostri figli è importantissimo per risolvere e calmare nervosismo, agitazione, pianti, tristezza, frustrazione per quando non possono fare quello che vogliono.
Per esempio è utile evitare di dire:
- “Non è niente. Asciugati le lacrime. I bambini belli non piangono, non fare la femminuccia”
- “Basta scenate. Non ti riconosco. Basta! Ho fatto quello che potevo, ti ho detto che potevamo andare da Luca, la mamma mi ha telefonato che dovevano andare via, cosa faccio? Mica posso andare a prendere Luca e riportarlo a casa. Dai, su, basta!!”
- “Dai, non è successo niente. Poi andiamo la prossima settimana, adesso vieni che andiamo a giocare, dai giochiamo io e te. Vuoi un gelato? Ti do una caramella eh… Fai un sorriso a mamma, sai che non mi piace quella faccia brutta quando piangi…”
È normale che come genitori andiamo subito nel panico perché vogliamo subito risolvere, trovare una soluzione, placare e quindi facciamo come magari hanno fatto con noi:
“Sù non è niente, dai! Ora smettila”
L’accoglienza e la comprensione, a differenza di quello che ci hanno sempre inculcato, non creerà dei problemi di crescita nei bambini, anzi più li accogli e fai vedere loro come trovare soluzioni, più diventeranno delle persone equilibrate, nel senso che imparano ad ascoltare quello che provano, a gestire le loro emozioni e le situazioni in cui si arrabbiano.
Infatti il coraggio e la forza d’animo di un bambino e di un ragazzo non viene fuori se lo sproni con toni duri, freddi e con rabbia come siamo stati abituati noi. Il risultato lo puoi infatti vedere negli adulti di oggi e delle passate generazioni: pieni di paure, arrabbiati con i genitori di origine, incapaci di gestire le loro emozioni e perennemente nervosi e insoddisfatti.
Al contrario la forza d’animo, la determinazione, il coraggio dei figli si coltivano facendogli superare delle sfide, facendogli fare delle prove.
E per i bambini e ragazzi le sfide sono l’affrontare cose quotidiane, insieme a te, mettendocela tutta:
da quando banalmente ti aiutano a fare la pizza dall’inizio alla fine facendo una fatica nera, a quando fanno un puzzle da soli facendo una fatica nera,
a quando imparano a scrivere la prima frase facendo una fatica nera.
Queste sono le loro sfide… quando iniziano ad andare sulla bicicletta senza rotelle facendo una fatica pazzesca… quando da adolescenti fanno i primi lavoretti con il papà o con il nonno.
La spiegazione del perché quella cosa non è avvenuta, del perché gli hai detto di No, del perché l’amichetto ha risposto male va sempre posticipata e lasciata come ultimo passo.
3° step per calmare bambini e ragazzi nervosi e agitati: trova una soluzione pratica
Nel caso dell’esempio di andare a giocare da Luca potresti dire:
“guarda, mannaggia, oggi non si può, che rabbia. È terribile, che notizia, proprio ora che pensavamo di giocare insieme e lei ha dovuto andare via, uffa”
(in questo modo hai messo in pratica l’accoglienza, non hai sminuito, gli hai fatto capire che comprendi la situazione).
Possibile soluzione:
“ok dato che tu ci tenevi tanto a giocare con lui, fammi telefonare alla mamma e vediamo quando possiamo riorganizzare per andare da lui”.
E quindi tra mamme ci si organizza trovando una reale e concreta alternativa (e lo facciamo davvero… non “poi chiamo e vediamo”… prendi la cosa davvero sul serio 😊).
4. La spiegazione arriva solo come quarto passaggio
Quando hai bisogno di calmare un bambino nervoso, vivace di 4 anni o 5 anni o più che si chiede il perché (prima non è necessario spiegare il perché nel dettaglio), allora puoi spiegare:
“La mamma di Luca doveva andare a fare una commissione e oggi non è possibile andare a casa a giocare con loro. Ma domani pomeriggio potete giocare insieme. Ora troviamo altri giochi che puoi fare”.
Dopo l’accoglienza, con calma si trova una soluzione, ecco un altro esempio:
“Dato che non possiamo andare da Luca fino a domani facciamoci venire in mente qualche bella idea. Che cosa possiamo fare? Cosa possiamo costruire? Possiamo cucinare qualcosa? Pensiamoci insieme”.
Ma a quel punto non c’è più necessità di essere rassicurati, a tuo figlio fa piacere sapere il perché, ma non è più la necessità primaria.
Svista che non calma tuo figlio e lo fa arrabbiare ancora di più
Un grande svista involontaria che commettiamo tutti, perché non siamo abituati a farlo, è far diventare primo o secondo il quarto passaggio, partire subito con la spiegazione razionale ricorrendo a tanti “Perché… Perché… Perché… per cercare di convincere tuo figlio a calmarsi.
Invece i primi 2 passi sono molto importanti e non dovrebbero essere saltati, non bisognerebbe sostituire l’accoglienza del sentimento, l’accoglienza dello stato d’animo cercando di farlo smettere subito.
Ecco perché tuo figlio diventa irrequieto, nervoso, si agita, esplode con episodi di rabbia, nervosismo o crisi di pianto: meno di sente compreso/accolto con il passo 1 e 2 è più andrà avanti a non ascoltarti e non si calmerà.
Solo seguendo la giusta sequenza tuo figlio imparerà a gestire il suo bagaglio motivo, in questo modo impara ad ascoltare i suoi sentimenti, ad accoglierli, a trovare delle soluzioni al di là della spiegazione.
So bene che per noi adulti è difficile e non siamo abituati, infatti dovremmo iniziare a far così innanzitutto con noi.
Il problema è che nessuno ha avuto questo comportamento con noi quando eravamo piccoli e quindi per la maggior parte di noi adulti è una nuova abilità da Aiutante Magico da apprendere.
Quindi è normale che all’inizio possa sembrare una soluzione difficile da mettere in pratica. Ci siamo passati tutti! Ma con la pratica tutto si può imparare.
Riepilogo per calmare figli nervosi, agitati, irrequieti, vivaci, “capricciosi” e che non ascoltano
1️⃣ Sii il suo Aiutante Magico
Anche se siamo abituati a esplodere con sgridate e sguardi di ghiaccio quando tuo figlio è arrabbiato o nervoso intervieni, guardalo negli occhi e ascolta il suo stato d’animo, ascolta quello che ha da dirti.
Anche se dovesse lamentarsi per cinque minuti o piangere, non avere fretta di spegnere il pianto, non avere fretta di dirgli “Basta! Smettila, fammi un sorriso”. Stai con lui e ascoltalo.
Se piange o fa i capricci va bene, stai con lui con il cuore, hai capito quello che sta provando e glielo dici, glielo fai sentire con un abbraccio o con uno sguardo o con la comunicazione verbale.
2️⃣ Non sminuire
Se per esempio tuo figlio ha rovinato i capelli di una bambola a tua figlia puoi dire:
“Noo!! è proprio una cosa triste. Veramente ti ha rotto la bambola? Fammi vedere? Mmmmm… ha tagliato proprio tutti i capelli, come facciamo senza i capelli della bambola? Adesso dobbiamo risolvere… allora dei capelli nuovi non possiamo attaccarli… peccato”
3️⃣ Soluzione
Potrebbe essere:
“Allora, facciamo così, la prossima settimana devo tornare nel negozio e ne prendo un’altra simile che abbia i capelli così, intanto se vuoi continuare a giocare troviamo il modo di allungare i capelli per fare la coda e le trecce…”
Oppure:
“Allora, facciamo così… ho la soluzione per ripristinare l’acconciatura… vieni ti faccio vedere… prendiamo questi fili di lana e possiamo portarla dal parrucchiere per fare delle bellissime extensions… lo so che non è la stessa cosa… ma almeno si ritroverà con i capelli lunghi come prima e potrai continuare a pettinarglieli e legarli…”
4️⃣ Eventualmente fornisci una spiegazione:
“Non l’ha fatto apposta. Era arrabbiato perché tu prima hai dato un calcio alla sua macchina e ora lui ha rovinato i capelli”
A questo punto, la spiegazione diventa superflua grazie ai passi 1, 2 e 3 e tuo figlio potrebbe essersi già calmato.
Ovviamente in questo articolo ti ho riportato 2 esempi che puoi adattare alla tua situazione e in base all’età di tuo figlio.
La cosa importante è non arrivare subito con l’aspettativa che capisca e si calmi all’istante, ma di dargli la possibilità di vivere il suo disagio e accoglierlo.
In questo modo tuo figlio si sente veramente ascoltato, se ovviamente tu sei sincera mentre lo dici, lo senti veramente, è come se tu gli dessi un contenitore in cui esprimere la sua frustrazione e la sua rabbia.
Questi passi ti aiuteranno moltissimo a diminuire l’impeto delle crisi di nervoso e la manifestazione del malcontento e della tristezza.
Mi auguro che questi 4 passi da Aiutante Magico ti siano utili per tutte le situazioni in cui i tuoi figli diventano nervosi, si arrabbiano o non ti ascoltano.
Hanno già aiutato tantissime mamme e papà e vedrai con un po’ di pratica riuscirai a farlo anche tu.
NON TI ASCOLTA, FA I "CAPRICCI", TI SFIDA O RI SIBELLA?
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