Ecco uno dei nostri dilemmi e crucci più grandi: come convinciamo i bambini a staccare da qualsiasi schermo come cellulare, videogiochi e tablet? Come evitiamo la dipendenza dagli schermi?
Intanto ti dico subito cosa non fare.
So che all’inizio non sempre sarà semplice, ma dato che è importante eliminare il prima possibile questi ingredienti, queste abitudini, se vogliamo riuscire a trasmettere loro la giusta misura con questi strumenti, allora ci conviene farlo come prima cosa:
1️⃣ Evita di arrabbiarti e di perdere la calma
2️⃣ Se parti con l’idea di salire su uno sgabello e iniziare con una lunga filippica sei fritta/o come un panzerotto già in partenza
3️⃣ Se pensi di usare ricatti, punizioni e sgridate corri il rischio che tuo figlio finisca per spegnere i videogiochi soltanto perché ha paura o per evitare la punizione. Non certo perché sta integrando una nuova abitudine o perché ha capito l’importanza. E dato che invece vogliamo educarlo alla giusta misura, è importante che le cose avvengano in un altro modo e che si semini un po’ alla volta in lui la giusta consapevolezza indipendentemente dall’età di tuo figlio
4️⃣ Ricordati che l’obiettivo non è “convincere”, l’obiettivo è mostrare a tuo figlio o a tua figlia delle sane abitudini e aiutarlo ad integrarle nel tempo
A proposito di buone abitudini, passo subito ai cavalli di battaglia, agli ingredienti fondamentali che non puoi non considerare se vuoi evitare lotte di potere, musi lunghi e arrabbiature quando è ora di usare questi dispositivi e decidere come e quanto usarli.
Primo passo per staccare i bambini dagli schermi del cellulare, dei videogiochi e del tablet: la fiducia tra di voi
Questo ingrediente è valido qualsiasi sia l’età di tuo figlio o di tua figlia.
Se loro si fidano di te, stanno bene con te, ti vedono proprio come il loro “Aiutante Magico” perché conosci e sei attenta/o ai loro bisogni, sai dare loro del tempo della qualità di cui hanno bisogno, non li paragoni, ecco che non vedono l’ora di ascoltarti. E sanno che quando dici “no” o “basta” bisogna proprio seguirti perché lo fai per il loro bene, così come hai sempre detto di sì tutte le volte in cui è possibile soddisfare le loro richieste (di qualsiasi genere e non solo per la tecnologia).
Non siamo due eserciti che devono combattere tra loro o difendersi, non è questione di chi ha ragione e chi no, non è questione di giocare a carcerieri e carcerati.
Si tratta piuttosto di sapere che abbiamo bisogno di guidarli e accompagnarli a integrare delle buone e sane abitudini.
A proposito di abitudini, passiamo al secondo ingrediente.
Secondo: buone e sane abitudini
Quando si tratta di regole siamo noi i primi a mettere su i capelli dritti o a farci venire la pelle d’oca.
Partiamo di solito già prevenuti e con lo spavento addosso perché pensiamo che inizieranno a fare storie. Temiamo che ci diranno sicuramente che non vogliono spegnere, cominceranno a ricattarci a loro volta, dovremo usare le maniere forti, ecc.
È molto più facile se invece iniziamo a vivere le regole come delle semplici, sane e buone abitudini da trasmettere. Come cose che vanno semplicemente fatte così. Come beviamo un bicchiere di acqua quando abbiamo sete, come quando mettiamo a posto i piatti dopo averli lavati, così come sparecchiamo la tavola, ci laviamo i denti dopo aver mangiato, ci infiliamo le scarpe prima di uscire.
Anche in questo caso per noi si tratta semplicemente di:
1️⃣ Decidere in base all’età dei nostri figli se vogliamo che usino questi dispositivi oppure no
2️⃣ Se la risposta è sì, quali dispositivi, per quanto tempo e quante volte alla settimana o al mese
3️⃣ Che cosa possono fare con questi dispositivi e cosa no.
4️⃣ In base all’età cosa possono fare da soli e cosa no
5️⃣ E poi dare per scontato che sia così e che vada semplicemente trasmesso loro, vanno solo abituati ad usare i dispositivi così come noi riteniamo più opportuno. Così come decidiamo cosa è giusto mettere in tavola o cosa è giusto leggergli la sera.
Terzo: chi ben comincia è a metà dell’opera
Anche se sarebbe bellissimo, non sempre queste cose funzionano in automatico.
Sì, certo, possiamo “in automatico” staccare la spina della tv o buttare il telefono fuori dalla finestra. Ma se vogliamo che tuo figlio ti ascolti quando chiedi di spegnere la TV o che impari a farlo in autonomia e comprenda cosa è possibile fare con questi strumenti e cosa no, allora dobbiamo essere un po’ come dei bravi contadini.
Questi risultati si seminano tempo prima, si coltivano e solo alla fine si raccolgono i frutti 😊
Non è una partita che si gioca il secondo prima dello spegnimento.
Se hai già incontrato delle difficoltà in questi momenti, non puoi sperare di non costruire nulla prima di arrivare lì e dirgli:
“Spegni… Ti ho detto di spegnere… É ora di spegnere… Dai, che è pronto!… Mi avevi detto che avevi finito… Mi avevi detto che era l’ultima… Guarda che vengo e ti prendo il joystick… guarda che spengo… tolgo la spina e poi domani non giochi più…”.
A proposito di videogiochi… la partita così è già persa. Abbiamo già fallito e perso in partenza.
Se vogliamo che tutto avvenga serenamente e senza litigare, oltre ai primi due ingredienti che ti ho citato sopra, puoi:
1️⃣ Stare con loro mentre li usano in modo da vedere cosa vogliono farci, cosa li diverte, cosa li interessa
2️⃣ In loro compagnia riesci a vedere quanto durano gli episodi o quanto dura una partita. In questo modo ti è più facile decidere quando spegnere per fare sì che avvenga a fine partita e non dopo 10 minuti quando il cartone non è finito o la partita non si è conclusa
3️⃣ Puoi informarti su cosa c’è in circolazione, approfondire le tue informazioni in modo da sapere cosa proprio non possono fare e cosa invece sì. Puoi essere tu la prima a proporglieli serenamente perché sai che non sono cose pericolose, non contengono messaggi sbagliati
4️⃣ Se stai con loro è più facile che diano la priorità al rapporto con te, a te chi li stai guardando, ti stai divertendo con loro. Questo riduce il rischio che si incantino e si assentino da tutto il resto, correndo il rischio di ricercarli sempre più spesso
5️⃣ Se sono adolescenti e non ti vogliono con loro, puoi comunque informarti, vedere come li usano. E a proposito di sane abitudini, puoi parlarne insieme e definire delle regole che possano andare bene a loro ma che non superino i confini che secondo te sono necessari
6️⃣ Puoi mostrare loro che divertimento e relax non si soddisfano solo davanti alla tv o a un video di youtube o un videogioco. Favorisci altri tipi di attività, divertiti con loro, usa i loro personaggi preferiti per inventarvi delle avventure a cui giocare anche a tv spenta, leggete dei libri su questi personaggi, costruite insieme dei pupazzi che li rappresentino e con cui giocare
Quinto: fermezza e accoglienza in egual misura quando è ora di staccare dal cellulare o da qualsiasi schermo
Già immagini che se da un lato è utile non arrabbiarsi, dall’altro dovrai usare una buona dose di fermezza.
Non è facile spegnere la tv o il tablet quando ci stiamo divertendo un sacco, quando prima ci annoiavamo soltanto, quando non sappiamo proprio cosa fare se spegniamo, quando tutti i nostri amici sono lì sopra, ecc.
E se non ce la fanno a farlo da soli, è ovvio che dovremo mettere noi per loro quella cognizione, quella disciplina, quella forza interiore, quella fermezza che è necessaria per dire: “ok, per oggi basta”, “ok, adesso è proprio ora di spegnere” e farlo.
Non possiamo sperare di continuare a ripeterlo e ottenere che loro lo facciano in automatico. A volte, appunto, è necessario prendere noi le redini e prendere in mano il telecomando e spegnere o fare la stessa cosa con il tablet o con il pc o con il cellulare.
Non significa che dobbiamo farlo con rabbia, ma abbiamo bisogno di farlo con convinzione, con fermezza, anche sorridendo… perché no?
All’inizio si lamenteranno, non saranno contenti e allora per far sì che la nostra fermezza funzioni senza creare lotte di potere, allora abbiamo bisogno di accompagnarla alla giusta dose di accoglienza.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che dobbiamo essere dei veri “Aiutanti Magici” e metterci nei loro panni, comprendere il loro dispiacere, il loro disappunto e la loro difficoltà e come anche noi vorremmo qualcuno che ci capisce, ci ascolta e ci accoglie, così facciamo con loro.
Quando arriverà il momento di spegnere la TV possiamo dire loro che anche a noi dispiace perché si stavano divertendo un sacco e che spegnere è proprio a volte il momento più brutto, che li capiamo perfettamente.
Non pretendere che si stampino subito un sorriso sul volto pronti a dirti “che bello spegnere” e accetta il fatto che restino delusi.
Del resto è la stessa cosa che succede anche a noi se dobbiamo smettere di fare qualcosa che ci piace moltissimo.
Possiamo aggiungere che domani a merenda ci riguarderemo quella bella puntata o rassicurarli sul fatto che tanto tutte le volte che si può, come al solito, siamo noi i primi a ricordargli che possono accendere.
Possiamo avere già tra le mani delle alternative interessanti: i loro giochi preferiti, un gioco da fare insieme, ecc.
Sesto: scegli il momento migliore
Se possiamo non metterci nei pasticci con le nostre mani è meglio, no?
Quindi, quando deciderai i tempi in cui si può giocare al videogioco o dedicarsi alla tv, evita per esempio:
- I momenti prima dei pasti, altrimenti sarai di fretta e non sempre è così entusiasmante spegnere per venire a mangiare
- Prima di andare a dormire: per gli stessi motivi e perché tendenzialmente questi strumenti agitano invece di rilassare
- La mattina prima di uscire per andare a scuola
- Evita di usarli nei momenti in cui pensi di doverli intrattenere (in auto, al ristorante, mentre devi cucinare, ecc.). In questo modo rischi di creare una abitudine difficile da scardinare e che poi te li chiedano sempre più spesso
Settimo: abbondanza (anche quando è ora di staccare i videogiochi)
Tranquilla/o… non significa lasciare che stiano attaccati a tv e videogiochi per tutto il tempo che vogliono 😊
Se ci fai caso, è anche vero però che spesso il primo atteggiamento di noi adulti è più simile al
- “No a priori e più No possibili”
- “No, no, dopo è troppo…
- Non te lo sei meritato…
- No, adesso no… Basta!
- No!… No, non mi interessa, ho detto no!…
- Aspetta… Smettila di chiedere…”.
E invece sarebbe molto più proficuo un atteggiamento di “abbondanza”.
Dare abbondanza non significa che dobbiamo sempre dire di sì a tutto.
Nel mio vocabolario, abbondanza significa amore, disponibilità, comprensione, sì tutte le volte in cui è possibile, comprensione e empatia anche quando devo dirti di no.
Per esempio nel caso di un cartone animato o di un videogioco che piace, possiamo essere noi i primi a proporlo tutte le volte che lo riteniamo giusto. Possiamo metterci anche noi lì comodi a guardarlo insieme o a farci una partita insieme, rilassati e (monitorando i tempi)… perché no…
…essere no i primi a dire “Dai ne facciamo un’altra?!” oppure “Ma no… fanne pure un’altra… c’è tempo”.
E se dobbiamo dire di no e essere fermi sul fatto che adesso tutto va spento, possiamo aggiungere:
“Che barba… ma aspetta… hai salvato tutto per poter riprendere da qui?… Guarda che me lo sono già segnato: sabato si rigioca eh!...”
Oppure:
“dato che oggi c’è poco tempo scegline uno corto tra questi… e invece… domenica pomeriggio ci mettiamo qui con una bella merenda e ci guardiamo tutto tutto Madagascar!”
Che cosa preferiresti anche tu se per esempio ami fare shopping e volessi andare a comprare qualcosa di nuovo?
Preferisci:
“Dai.. oggi andiamo. Oggi partiamo. Ci facciamo la nostra bella ora di shopping! Perfetto… wow! Non abbiamo molto da spendere ma vedrai che faremo affari e troveremo proprio quello che cerchiamo!”
Oppure: “Solo un’ora però!… Senza spendere troppo perché non hai un grande budget, mi raccomando!… Torniamo presto perché troppo relax è meglio di no… meglio non esagerare… E non voglio sentire lamenti se poi non trovi cosa cerchi, eh!”
Io preferire qualcuno che mi accompagna nel primo modo e non nel secondo 😊 anche se il budget e il tempo a disposizione è sempre lo stesso.
Per i nostri figli e le nostre figlie funziona allo stesso modo.
Se noi mettiamo entusiasmo nel vivere quell’esperienza che dura quel che deve durare senza puntare al ribasso, ma dando un senso di abbondanza, di pienezza, di gioia, rimangono molto più soddisfatti e allora hanno molta più facilità a dire poi:
“Va bene, va bene… Spegniamo tanto poi domani mi hai detto che lo rifacciamo… Ci divertiamo di nuovo un sacco insieme. Ok, ci sto”.
Aiutandoci con questi ingredienti, diventa molto più facile in quel momento farci ascoltare o spegnere senza conflitti e capricci e fare in modo che si instaurino delle buone abitudini che ci aiutino ad evitare l’abuso di questi strumenti con tutte le conseguenze che conosciamo bene.
Se vuoi approfondire il tema delle regole puoi leggere l’articolo Tuo figlio non ascolta? Scopri perché non accetta le regole e i tuoi no
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